Scomparso Fulvio Di Lieto, poeta, scrittore, giornalista amalfitano innamorato di Roma

2' di lettura 30/11/2020 - E’ scomparso ultimamente Fulvio Di Lieto, scrittore, poeta, critico di fine acume, originario di Minori ( costiera amalfitana), da molti anni residente a Roma: che è stato a lungo direttore responsabile del periodico "L'Archetipo", e presso circoli culturali e scuole di vario grado aveva tenuto conferenze sui temi (fortemente petrarcheschi, diremmo) del valore e della capacità evocativa della parola.

Chi scrive aveva avuto modo di conoscerlo alla libreria ”Hora felix” di Roma (importante polo culturale vicino Porta Pia, punto di ritrovo di bibliofili dalle piu’ varia formazione politico-culturale, ma accomunati da un’identica passione per il sapere). Per la presentazione, proprio un anno fa (fine novembre 2019), del suo ultimo romanzo, ”Lara delle Camene”. Pur da una frequentazione breve, sviluppatasi proprio da quella sera, avevo capito che in lui convivevano egregiamente la sensibilità del poeta, la passione dello scrittore e il rigore e la precisione del giornalista e dell’organizzatore culturale.

Autore di vari romanzi, vincitore di diversi premi letterari, innamorato di Roma, pur senza mai dimenticare la sua terra, proprio a Roma Fulvio era tornato ad abitare, dopo mesi di assenza, a ottobre scorso: traendo temporaneo sollievo per la sua salute (purtroppo ormai irrimediabilmente compromessa) anche solo dalla contemplazione di quei tramonti straordinari, di quei colori tra l’ocra, il verde, il giallo, il marrone, che già avevano incantato, in passato, Goethe, Roesler Franz, James Joyce. Se n’è andato, Fulvio, serenamente, nel sonno: mentre forse, in sogno, colloquiava con uno dei personaggi del suo ultimo romanzo, ”Lara delle Camene” (Firenze, Phasar ed., 2019).

Un romanzo straordinario, centrato sulla storia d’amore di due giovani, Marcello, sfigato dipendente di un albergo romano con la passione per l’informatica, e Lara, misteriosa ragazza dalla grande sensibilità musicale e artistica, dall’infanzia segnata da traumi. Che per Marcello rappresenta la svolta personale e affettiva della sua vita, ma anche la “sliding door” che lo immette in un intricato “pasticciaccio” alla Gadda (non a caso, varie scene del libro si svolgono vicino via Merulana…). Un groviglio fatto di gruppi esoterici, appassionati di Roma antica, trame indecifrabili e presunti complotti di jihadisti ed indu’ seguaci della dea Kalì.

Un romanzo che mescola abilmente archeologia e “spy story”, e traccia un ponte tra la Roma arcaica e imperiale (da Numa Pompilio a Nerone e Vespasiano), e quella di oggi, tra Mommsen e Cerami, tra Gregorovius e Pasolini, tra comizi curiati e…servizi segreti.

Vai, Fulvio, anche tu, precedendo tutti noi, ora, sei in viaggio verso l’eternità, al di là dei sogni.

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Questo è un articolo pubblicato il 30-11-2020 alle 11:35 sul giornale del 01 dicembre 2020 - 314 letture

In questo articolo si parla di cultura, articolo, Fabrizio Federici

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