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Legambiente: in Campania 8 edifici su 10 necessitano di manutenzione urgente

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In Campania otto edifici su dieci non dispongono ancora del certificato di collaudo statico (86%), mentre il 94,4% non hanno quello di agibilità. Migliore la situazione per la prevenzione incendi (52,4%).

È quanto emerge dai dati di Ecosistema Scuola, l'indagine di Legambiente sulla qualità dell'edilizia scolastica e dei servizi, giunta quest'anno alla ventunesima edizione. I valori sono relativi al 2020, quindi a una situazione del Paese caratterizzata dall'avvio della pandemia. I numeri restituiscono una fotografia circa lo stato di salute di 301 edifici scolastici delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Napoli, frequentati da oltre 66mila studenti, che cerca di mettere in luce l'impegno delle amministrazioni, per renderli più sicuri e sostenibili e per garantire servizi a sostegno delle famiglie.

Gli edifici scolastici posti in zona sismica 1 sono il 5,3%, tra questi solo il 12,5% risulta progettato o adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica. Quelli in zona sismica 2 sono il 94,7% con solo l'0,4% progettato o adeguato alla normativa. Sul fronte manutenzione straordinaria gli edifici in cui si è intervenuti negli ultimi cinque anni sono il 57,5%, tuttavia non si è riusciti a soddisfare tutte le necessità visto che l'84,7% richiede interventi urgenti. "Le amministrazioni e le scuole - rileva Legambiente - si sono ritrovate impreparate e sono emersi, con maggiore vigore, quei problemi cronici come la carenza di spazi, di aule e di un servizio di trasporto pubblico e scolastico adeguati per garantire il distanziamento fisico. Per far fronte a questa emergenza, il governo ha messo in campo 30 milioni, ripartiti tra tutte le Province e Città metropolitane nonché tra i Comuni con popolazione scolastica pari o superiore a 10mila studenti". Attraverso questi fondi, nei quattro Comuni capoluogo oggetto dell'indagine "hanno svolto lavori in 227 edifici scolastici, realizzando 112 nuove aule e recuperandone altre 41 da spazi inutilizzati".

Entrando nel dettaglio dell'indagine di Legambiente, gli edifici scolastici posti in zona sismica 1 sono il 5,3%, tra questi solo il 12,5% risulta progettato o adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica, quelli in zona sismica 2 sono il 94,7% con solo l'0,4% progettato o adeguato alla normativa. I Comuni che hanno realizzato la verifica di vulnerabilità sismica in tutti gli edifici scolastici sono il 50%. Gli edifici in cui non risulta ancora effettuata sono il 80,7% . In crescita gli edifici in cui sono state effettuate le indagini diagnostiche dei solai (15,1%) ma ancora insufficienti. Alle indagini hanno fatto seguito interventi di messa in sicurezza dei solai sull'6,7% delle scuole. Sul fronte manutenzione straordinaria gli edifici in cui si è intervenuti negli ultimi cinque anni sono il 57,5%, tuttavia non si è riusciti a soddisfare tutte le necessità visto che ben 84,7% richiede interventi urgenti.

Negli ultimi anni sono stati stanziati diversi fondi per l'efficientamento energetico degli edifici scolastici, al fine di rendere le scuole meno energivore e implementare la produzione di energia da rinnovabili, tuttavia "gli interventi realizzati - precisa Legambiente - sono ancora pochi e insufficienti per poter parlare di vere e proprie scuole sostenibili". Gli edifici con certificazione energetica sono solo il 34,6%. Tra questi, solo il 11,5% si trova nella classe energetica A, mentre complessivamente l'88,5% è nelle ultime tre classi energetiche (E, F, G). Solo il 6,6% delle scuole indagate utilizzano impianti di energia rinnovabile. La copertura dei consumi da fonti rinnovabili è del 15%. In questo periodo caratterizzato dalla pandemia le attività motorie sono risultate "le più penalizzate".

Gli edifici con impianti per lo sport sono il 66,4%. Tra gli edifici scolastici con impianti per lo sport, l'82% presenta solo impianti indoor, il 9% solo outdoor e il 9% entrambi. Le scuole con impianti aperti in orario extrascolastico sono solo il 26%. In Campania gli edifici con mensa sono il 59,5%. Dove presente, il servizio mostra situazioni di eccellenza. La media di biologico nei pasti è del 77% e tutte le mense privilegiano prodotti a Km0. Sono il 65,2% quelle in cui vengono serviti pasti con prodotti Igp o Dop.