Operazione della GDF di Salerno: 7 i soggetti ritenuti responsabili di una frode fiscale transnazionale dal valore di circa 12 mln di euro

guardia di finanza 2' di lettura 19/11/2021 - Avviso di conclusione delle indagini notificato, dalla guardia di finanza di Salerno, a sette soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di una frode fiscale transnazionale dal valore di circa 12 milioni di euro.

Gli accertamenti delle fiamme gialle della compagnia di Agropoli, nell'ambito di una attività investigativa coordinata dalla procura della Repubblica di Vallo della Lucania, hanno interessato inizialmente il titolare di una società di commercio all'ingrosso di eco-combustibile, un uomo senza alcuna esperienza manageriale che, già dai preliminari riscontri, si è rivelato un mero prestanome. La ditta in questione era di fatto gestita da due professionisti di Paduli (Benevento), che si avvalevano di questo "schermo" per effettuare gli acquisti di pellet da una fornitrice bulgara, in modo da rientrare nel regime di esenzione dell'Iva previsto per le operazioni intracomunitarie. Ai soggetti (un commercialista e un consulente del lavoro, rappresentanti di altre due aziende) sono poi risultate riconducibili altre tre imprese.

Tra i titolari fittizi figura anche un pluripregiudicato napoletano che, nel periodo di attività della società formalmente amministrata, era recluso in carcere. Si è in questo modo delineato il classico schema della cosiddetta "frode carosello" che, nel caso di specie, si è sostanziato nell'utilizzo di quattro imprese fantasma, mediante le quali veniva fatto risultare, solo cartolarmente, l'acquisto di legname dall'estero e la successiva vendita ad altri soggetti compiacenti. Grazie alle meticolose indagini anche di natura finanziaria e tecnica, e attraverso mirate perquisizioni, è stato scoperto che gli approvvigionamenti del prodotto avvenivano infatti direttamente dal Paese bulgaro, ad un costo decisamente inferiore alla media di mercato.

Nel corso degli approfondimenti, è peraltro emerso che una di queste ultime (tecnicamente definite "missing traders") aveva pure ricevuto circa 100mila euro di contributi cosiddetti a fondo perduto (aiuti stanziati dal governo per il sostegno delle imprese gravemente colpite dalla crisi post pandemica) in assenza di specifici requisiti, sfruttando false dichiarazioni che attestavano un considerevole calo del fatturato determinato dalla situazione di emergenza sanitaria. Le somme percepite erano state impiegate dagli indagati nell'acquisto dei beni più vari, tra cui un'auto di lusso, un calciobalilla, capi d'abbigliamento e prodotti elettronici. L'immediato intervento dei militari ha consentito di recuperare quasi interamente gli importi erogati, sottoponendo a sequestro un veicolo del valore di circa 20 mila euro e disponibilità finanziarie per circa 60 mila euro.

Giunta in Italia, la merce poteva essere infine rivenduta a prezzi concorrenziali, non avendo mai scontato il versamento dell'imposta (quantificata in complessivi 2,2 milioni di euro), il cui adempimento veniva in ogni caso addebitato a società cartiere, create al solo scopo di emettere le fatture a favore dei clienti finali, omettendo del tutto l'assolvimento dei conseguenti obblighi Iva.


   

da Agenzia Dire





Questo è un lancio di agenzia pubblicato il 19-11-2021 alle 12:11 sul giornale del 20 novembre 2021 - 140 letture

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