SEI IN > VIVERE SALERNO > CRONACA

articolo
Maxi frode fiscale nel commercio di rottami metallici, sequestri per 10 milioni di euro

2' di lettura
129

Scoperto dalla guardia di finanza di Napoli un articolato sistema illecito finalizzato alla frode fiscale, eseguite 14 misure cautelari

I finanzieri del Comando provinciale di Napoli ha eseguito tra le province di Napoli, Salerno e Caserta un'ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Nola nei confronti di 14 persone a vario titolo indiziate di aver costituito un'associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale mediante emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nel settore del commercio di rottami metallici.

L'imprenditore autore della frode è stato posto agli arresti domiciliari, altre tre persone, imprenditori e dipendenti, sono state colpite dall'obbligo di dimora nel comune di residenza. Il gip ha poi disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di due impiegati che assistevano e supportavano l'imprendiore e il divieto di svolgere attività imprenditoriale e di assumere incarichi amministrativi nell'ambito di imprese, per la durata di un anno, nei confronti di 8 soggetti ritenuti essere prestanomi. Sono stati eseguiti inoltre sequestri per un valore complessivo pari a oltre 10 milioni di euro, profitto dei reati di evasione.

Le indagini delle Fiamme Gialle, avviate nel 2019 e coordinate dalla Procura di Nola, hanno consentito di disvelare un articolato sistema illecito basato sulla creazione di oltre 9 società "cartiere", ossia prive di reale operatività, intestate a prestanomi, sulla presenza di società "filtro" interposte tra le cartiere e i beneficiari della frode, sulla fatturazione di false operazioni di vendita di rottami metallici e, infine, sul ritiro in contanti, in modo frazionato, presso ATM bancomat localizzati in tutta la provincia partenopea, degli importi evasi. Il sistema così realizzato ha consentito alle società beneficiarie di creare costi fittizi da inserire in dichiarazione, sottraendo a tassazione complessivamente 43,7 milioni di euro più 9,6 milioni di Iva.

Il meccanismo evasivo ricostruito nel corso delle indagini è stato confermato durante le perquisizioni, eseguite presso la società principale degli imprenditori ideatori della frode ove sono stati rinvenuti 50mila euro in contanti, nonché timbri e carnet di assegni riferibili alle varie società cartiere.








qrcode